Descrizione
title
Eseguito probabilmente dopo il terremoto del 1456 da un “pittore ignoto di educazione napoletana con esperienze veneto-marchigiane, filtrate dalla bottega pugliese di Giovanni di Francia”, l’affresco fu riscoperto nel 1851, in occasione di uno dei più gravi terremoti verificatisi nella zona del Vulture, che provocò la caduta di un muro eretto dai monaci Agostiniani dopo il 1694.
Ciò fece gridare al miracolo. Mentre nei paesi vicini sicontavano i danni e si dava sepoltura alle numerose vittime, ad Atella, nonostante i numerosi edifici danneggiati, in paese si contavano solo due feriti.
L’evento era così eccezionale che il re Ferdinando II in visita nella zona, volle ammirarlo personalmente, ne ordinò la riproduzione, ed erogò una somma rilevante (1.500 ducati) per la ricostruzione della chiesa.
Dell’affresco hanno parlato in maniera discordante due studiosi.
Nel 1854, Stanislao D’Aloe ritenne l’affresco un’allegoria della Madonna delle Divine Grazie, oggetto di adorazione da parte del Papa Urbano VI durante lo scisma d’occidente. Per questo sostenne che il dipinto risaliva al 1389 e riconobbe nei personaggi ritratti le figure di Urbano VI, del cardinale Francesco de’ Tebaldeschi, di Carlo III di Durazzo, di Margherita d’Angiò, di alti dignitari di corte e vescovi della zona.
Emilio Bertaux fu di parere diverso. A suo giudizio il motivo della Madonna che col suo manto protegge la folla dei fedeli si trovava in altre opere d’arte ed i personaggi del papa e dei reali erano astratti, quasi che l’autore del dipinto avesse voluto dire che tutti (anche re e papi) devono invocare la. protezione della Madonna. Quanto all’epoca, l’affresco secondo Bertaux era posteriore al 1420 e se lo si voleva collegare ad un fatto realmente accaduto, si doveva pensare ad un episodio della storia di Atella, cioè a dire ad un’epidemia o ad uno dei terremoti che l’avevano colpita.
Georeferenziazione
Indirizzo: Via delle Mimose, Atella, Potenza, Basilicata, 85028, Italia
Quartiere:
Circoscrizione:
CAP: 85028